I Finley e la non percezione di illiceità

Su Metro di lunedì 10 marzo 2008 leggo un articolo dall'esplicito titolo Finley: "Non downloadateci" nel quale l'intervistatore (tale Diego Perugini) va sull'argomento di come la giovane band abbia costruito il suo consenso di pubblico attraverso il web.
Cito la risposta virgolettata di Pedro (voce della band):
Il nostro zoccolo duro è là. Del resto oggi la musica passa dal web: myspace, per esempio, è fondamentale per le band emergenti. Peccato per il download illegale: i ragazzi non capiscono che ci danneggiano. E' anche capitato che qualcuno ci portasse il nostro stesso cd masterizzato da autografare...
Simpatico aneddoto che si ricollega paradossalmente a quanto ho scritto due post fa a proposito della studentessa presentatasi all'esame con il mio libro fotocopiato.
E' un aspetto delicato, a cavallo fra la criminologia e la sociologia del diritto, che un giorno mi piacerebbe approfondire e di cui ho fatto breve cenno nel cap.4, par.2 del mio Capire il copyright, dove parlo del fenomeno file sharing, delle difficoltà nella regolamentazione del fenomeno e della non percezione di illiceità di certi comportamenti. Ecco, il fan dei Finley che si è presentato con il cd masterizzato rappresenta un ottimo esempio di queste dinamiche psico-sociali.

Commenti

Marco Scialdone ha detto…
Credo molto dipenda dal fatto che la percezione del diritto d'autore è sempre stata collegata al supporto contenente l'opera protetta o al luogo fisico di rappresentazione. Venuta meno la "fisicità" è venuta meno la percezione del diritto incorporato nel bene.
Anonimo ha detto…
trovo assurdo che si metta gratuitamente a disposizione la propria musica su myspace etc e poi ci si lamenti di chi questa musica la utilizza..
se io acquisto regolarmente un cd dei finley (esempio..giuro..è solo un esempio), lo copio su cd e glielo proto da masterizzare..dove sta l'illegalità?ho acquistato musica e poi ne posso fare ciò che voglio..

..e questi sono i giovani musicisti dell'era di internet..ma per favore...
Naco ha detto…
Ma allora che senso ha mettere le proprie opere in internet se poi ti lamenti tu stesso che ti portano un cd masterizzato?
A questo punto, capisco più un autore che pubblica solo attraverso i classici canali e che, se poi trova una propria opera on line, si arrabbia.
Mah.
Simone Aliprandi ha detto…
Ad ogni modo non credo che i Finley abbiamo rilasciato le loro opere liberamente in rete. Loro fanno l'esempio classico di Myspace; ma gran parte degli artisti (anche emergenti) sul proprio Myspace consente solo l'ascolto e non il donwload. Lo stesso esempio vale per i video che gli artisti mettono su Youtube. Penso che Pedro intedesse questo: ascoltate/guardate la nostra musica, ma non scaricatela abusivamente. Ricordiamo che quando si parla di musica distribuita in rete, non necessariamente ci si riferisce al download illecito; ci sono anche i servizi di download a pagamento dei brani.