Aerosmith promossi a pieni voti, Milano bocciata


Sì, lo ammetto: ho la brutta abitudine di andare a vedere i concerti della grandi rock band. E ieri ero tra le 30mila persone che a Rho hanno visto il concerto "Aerosmith + special guest" dove per special guest si intende gente come Extreme e Alter Bridge.
Sono arrivato solo verso la fine dell'esibizione degli Extreme (ahimè, proprio sull'ultimo arpeggio della famosa More than words) e ho potuto apprezzare poco del loro sound funk-rock, a me molto gradito.
Poi è stata la volta degli Alter Bridge, i quali, nonostante uno zoppicante inizio da parte dei loro fonici (i primi due brani si sono sentiti veramente male), hanno avuto modo di dimostrare di essere pienamente all'altezza del compito di fare da supporter a degli headliners così impegnativi, con un'intera ora godibilissimo suono heavy.
Alle 20.45 hanno staccato lasciando il palco ai tecnici che dovevano preparare il tutto per gli Aerosmith. Previsti per le 21.30, si sono fatti aspettare fino alle 22 ma fin dal primo brano (Mama kin) si sono fatti perdonare. Un sound rock n' roll a tutto tondo che ormai pochi al mondo sanno offrire; una lucidità, una presenza, un'energia, una freschezza che davvero non ti aspetteresti da gente con età media 70 anni. Nonostante abbiano a disposizione un repertorio sterminato di grandi hit melodiche hanno comunque dedicato una buona mezz'ora a brani hard rock anche meno conosciuti ma sufficienti a far capire al pubblico che quello era a tutti gli effetti un concerto rock con i fiocchi e non un la "marchetta" di cinque vecchietti che hanno avuto già tutto dalla loro carriera. Divini. Sublimi. Sono un loro fan di vecchio corso, ma credo di esprimere un giudizio sufficientemente oggettivo, anche più "da tecnico" (cioè da ex musicista e da ex giornalista di musica per testate locali).
Tra i momenti clou delle due ore di esibizione, la sempre emozionante Crying, Eat the rich con l'immancabile rutto finale (fatto live da Tyler), Perry che manda la chitarra in risonanza appoggiandola al Marshall, si leva il gilet e lo usa per frustarla e farle fare suoni strani, un magico momento acustico con Steven al piano che introduce una splendida Dream on con successivo subentro di Joe in piedi sul piano per l'assolo. E poi un siparietto goliardico con la proiezione di un filmato di Perry che gira per Piazza Duomo a Milano, con attenggiamento goliardico.
Insomma... mi toccherà andarli a vedere ancora; sarebbe per me la terza volta (dopo la prima ad Assagio nel '98), ma se l'effetto è questo, ne varrà la pena.


Ora concedetemi qualche nota critica sulla location e sui servizi connessi all'evento.
E' la prima volta che vado ad un concerto alla cosiddetta "Arena Rho Fiera" e da tempo cercavo di evitarlo viste le descrizioni della location fattemi da altri amici. Stavolta però c'erano gli Aerosmith e tutto passava in secondo piano.
Innanzitutto lasciatemi dire che chiamare un parcheggio rettangolare e bislungo "arena" offende i puristi della lingua italiana. Se per trasformare un parcheggio in un'arena basta metterci un palco allora ditemelo perchè dalle mie parti ci sono un sacco di arene concerti fuori dai centri commerciali o dai cinema multisala.
Come ha detto qualcuno sarcasticamente, forse il riferimento è con il "pollo Arena", dato che il fondo in cemento-asfalto rende la location un'ottima griglia per abbrustolire gli spettatori. Per fortuna ieri mattina aveva piovuto e quindi il terreno non aveva fatto in tempo ad assorbire il calore tipico del periodo estivo.
Allora ci si chiede: perchè da qualche anno a questa parte quella sembra la location prediletta per i grandi concerti (o più precisamente per quelli grandi ma non abbastanza grandi da riempire San Siro)? Siamo sicuri che Milano non ha una location più adatta per eventi del genere? La risposta ufficiale al quesito è che la location è particolarmente attrezzata (per la vicinanza con i padiglioni della fiera) e ben servita da mezzi e collegamenti stradali. Inoltre essendo lì in mezzo al nulla più totale, lontano dal centro abitato, non ci sono problemi nè di decibel, nè di orari, nè di altri disagi che possono crearsi per i residenti. Secondo alcuni, questi argomenti possono legittimamente mettere in secondo piano esigenze di buona e sana fruibilità di uno spettacolo. Io ero in una posizione discreta e sono alto quasi un metro e 90, ma sarei curioso di sapere che cosa hanno visto e sentito quelli più indietro di me.
Ad ogni modo, facciamo finta che le argomentazioni legate alla logistica debbano per forza prevalere... Il problema è che anche quelle non reggono! La metro era ferma per i lavori nel cantiere di Expo; quindi uno dei principali mezzi di collegamento veniva meno. Ok, questa era una notizia nota e dovuta ad esigenze contingenti; ma è davvero assurdo che non sia stato previsto un sistema di autobus sotitutivi. Dopo il concerto (che è finito vero mezzanotte) si è visto un solo bus nella linea MM1 sostitutiva diretto a Molino Dorino, dove i passeggeri avrebbero dovuto prendere la metro (l'ultimo treno disponibile). Idemo per i treni del passante ferroviario: l'ultimo disponibile verso la città è stato alle 0.12. Vi lascio immaginare cosa possano fare un bus e un treno con un'utenza potenziale di 30mila persone. Ci voleva davvero tanto a prevedere un servizio straordinario di bus o navette?!
A chi ha pensato di prendere l'auto (molte persone) per essere indipendente dallo scempio dei mezzi pubblici milanesi, non è andata certo meglio. Disagi di traffico all'ingresso, ma soprattutto quasi due ore di coda per uscire dal parcheggio a fine serata; parcheggio tra l'altro non proprio vicino alla cosiddetta arena.
"Beh – direte voi – ci sono sempre i taxi"... Certo. In un mondo ideale; quello dei film americani dove alzi il dito dal marciapiede e si ferma subito un taxi. Nella realtà, invece, i disperati che si sono trovati a non riuscire a salire sui pochi mezzi disponibili e hanno pensato di ripiegare sul taxi, hanno presto capito che i taxi non erano così numerosi e facilmente raggiungibili. Per potersi garantire il servizio, andavano prenotati telefonicamente, con il disagio aggiuntivo (e prevedibile) dei centralini sovraccarichi e ovviamente di un prezzo piuttosto elevato (circa 35 euro per arrivare in centro a Milano), essendo la zona fiera ben fuori dalla città.

Mi chiedo: se una città come Milano non sa gestire un singolo concerto, come farà a gestire sei mesi di Expo?

Commenti

Argonauta Xeno ha detto…
Ci sono stato in occasione del concerto dei System of a Down e condivido le tue osservazioni sulla cosiddetta Arena. Di location all'aperto mi viene in mente l'Idroscalo, dove hanno tenuto almeno un paio di edizioni del Gods of Metal; l'unica controindicazione è che quando piove l'area sotto il palco diventa una distesa fangosa difficile da guadare. Però ci si arriva in auto, a meno che non istituiscano una navetta, per cui da quel punto di vista Rho Fiera sembra la soluzione migliore.
Anonimo ha detto…
Milano bocciata, ma bocciata anche l'organizzazione del concerto: è vergognoso mettere a disposizione solo 45 toilette (le ho contate) per 35 mila persone, metà delle quali era lì dal primo pomeriggio!