Capobianco tra i 15 italiani da tener d'occhio secondo Panorama

I miei complimenti all'amico Fabrizio Capobianco che sul nuovo numero di Panorama compare (in copertina e in un servizio speciale) tra "i 15 italiani da tenere d'occhio nel 2015".


Per chi si fosse perso l'intervista che gli ho fatto quest'estate a San Francisco, durante il mio tour nella terra dell'innovazione, eccola riportata qui sotto (oppure si veda l'articolo originale su Apogeonline).
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[...] Lì, davanti ad una vista mozzafiato sulla baia e sul Bay Bridge, mi attende Fabrizio Capobianco, uno tra gli imprenditori italiani che hanno deciso di trasferirsi in Silicon Valley per far decollare i loro progetti. A quanto pare il decollo c’è stato veramente.
Fabrizio è un ingegnere di formazione e ha mosso i suoi primi passi come imprenditore nella città in cui ho studiato per quasi dieci anni, Pavia, dove tuttora si trovano le radici di Funambol: progetto open source nel settore cloud inaugurato nel 2001 da un gruppo di sviluppatori italiani e che si è poi evoluto in una realtà imprenditoriale basata formalmente a Foster City (a sud di San Francisco).
Seguendo costantemente il mondo open source, ho sempre collegato il suo nome di Fabrizio a Funambol; eppure noto che nell’email di conferma dell’appuntamento si firma come CEO di Tok.tv, un nome per me nuovo.
Mi informo brevemente e scopro che si tratta di una piattaforma social per condividere l’emozione delle partite di calcio, baseball e football con gli amici pur rimanendo ciascuno sul proprio divano. Fabrizio mi mostra in anteprima l’app appositamente realizzata per la Juventus e, nonostante io non sia un appassionato di sport, capisco che molti miei amici troveranno in essa un nuovo modo di gustarsi i prossimi scontri di campionato e coppe. Comunque non ha abbandonato il suo ruolo di coordinamento e supervisione in Funambol; semplicemente Tok.tv negli ultimi tempi sta assorbendo circa il 90 percento del suo tempo, essendo in fase di lancio.
Abbiamo di recente ricevuto un finanziamento di circa un milione di dollari per questa nuova avventura, di cui solo un 30 percento da capitali italiani e il resto da realtà statunitensi. Tuttavia gli sviluppatori sono tutti italiani e sono sparsi per tutta la penisola. Ognuno lavora dalla sua sede senza problemi, sotto il mio diretto coordinamento. Qui negli USA abbiamo solo management, marketing e legal, che sostanzialmente vengono gestiti direttamente da me o da miei stretti collaboratori.
Alla domanda su come mai abbia preferito cercare sviluppatori italiani pur essendo ormai da anni basato in California, la sua risposta è bruciante:
Perché sono ancora convinto che siano i migliori al mondo. Li ho selezionati accuratamente per avere il più alto livello possibile.

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